Salonicco (Grecia)/
Cronache dalla Vio.Me, fabbrica autogestita (e attiva nel sociale)
Abbiamo già parlato della VIO.ME di Salonicco, la fabbrica occupata, riconvertita ed autogestita dai lavoratori (“A” 404, febbraio 2016). Un recente viaggio nella città greca ha consentito di avere qualche aggiornamento di prima mano sulla situazione.
I terreni ed i macchinari sono sempre soggetti alle aste giudiziarie. Ad oggi la base d’asta resta di 30 milioni e non è stato ancora trovato nessun acquirente. C’è il timore, però, che la prossima asta possa partire da una base inferiore ai 20 milioni e si vocifera che i vecchi proprietari potrebbero ripresentarsi sotto altra veste per riacquistare la proprietà.
VIO.ME punta sempre sulla mobilitazione dei suoi sostenitori per far saltare le aste, impedendo eventuali offerte d’acquisto (l’ultima asta, relativa ai soli macchinari, è stata fatta saltare in questo modo il 2 novembre 2017). Come risarcimento parziale per gli arretrati non pagati, viene chiesta l’assegnazione ad affitto agevolato del magazzino. Un’eventuale legalizzazione parziale potrebbe anche ostacolare la stessa vendita dei terreni e il sequestro dei macchinari; consentirebbe inoltre di aumentare la produzione e, in seguito, di ampliare la gamma di prodotti, comprendendovi anche i cosmetici.
Salonicco (Grecia) – L’esterno dell’ambulatorio nella fabbrica autogestita Vio.Me.
In questi mesi VIO.ME si è impegnata a migliorare le prime ricette: è stata inaugurata una nuova linea di prodotti biodegradabili al 100%. Purtroppo non sempre la cooperativa riesce ad acquistare solo da piccoli produttori locali, come avveniva all’inizio dell’attività, sia perché la produzione di questi non è regolare e non garantisce una fornitura costante, sia perché i loro prezzi sono più elevati rispetto ad altri produttori.
Attualmente l’attività riesce a garantire un salario mensile di 400 € che, considerata la deflazione, corrisponde a circa 650 € del periodo antecedente la crisi. Il salario è uguale per tutti (a parte gli extra per le trasferte in Grecia e all’estero e per i turni notturni di vigilanza). A tutti viene anche garantito il versamento dei contributi assistenziali e previdenziali.
Ma, come abbiamo a suo tempo raccontato, VIO.ME non è solo autogestione produttiva; è anche militanza politica ed impegno sociale. Vale la pena riportare due esempi significativi.

In Grecia, come conseguenza delle misure di austerità imposte dalla Troika, chi perde il lavoro è coperto dall’assicurazione sociale solo per un anno; poi si deve pagare ogni cura, con costi cresciuti esponenzialmente. In una tale situazione, disoccupati e migranti si trovano spesso senza alcuna possibilità di accedere all’assistenza sanitaria. È per questo che VIO.ME ha aperto nel gennaio 2016 un ambulatorio sociale gratuito, (chiamato “Centro di Salute Operaio”, Ergatikó Iatreío) nei locali adibiti, prima dell’occupazione, a laboratorio chimico. Una struttura di salute auto-gestita che pratica una Cura Primaria dall’approccio Olistico e Integrato ponendo un’enfasi speciale sulle condizioni dei contesti lavorativi
L’ambulatorio è stato creato tramite la connessione  di VIO.ME con il “Centro Medico di Solidarietà Sociale” (Koinonikó Iatreío Allilengýis, KIA) di Salonicco.

Il Centro di Salute Operaio in VIO.ME è gestito, con un’assemblea generale, affiancata da un’ “Equipe Terapeutica”. Gli appuntamenti possono essere presi tutti i giorni e le visite si effettuano tutte le settimane, il mercoledì e il giovedì. I servizi erogati in forma collaborativa tramite i membri dell’equipe terapeutica (medicina generale, ortopedia, psicologia-psicoterapia familiare, infermeria e dispensario farmaceutico) sono ispirati a principi di un approccio olistico: la prima visita di “chi viene”, del “partecipante” (chiamato proprio così, “proserchómenos”, cioè partecipante attivo alla sua cura, non paziente) può durare fino a un ora e mezzo per ricostruire la storia clinica e relazionale complessiva: non solo lo stato di salute, ma lo stile di vita, le condizioni di lavoro, le problematiche personali o familiari. La presenza di una psico-terapeuta è considerata indispensabile proprio in quest’ottica ed è stata utile anche per affrontare il disagio che spesso prova chi resta privo di tutto, senza lavoro, senza casa, in una situazione difficile anche dal punto di vista personale ed umano (spesso con separazioni, senso di frustrazione e di fallimento personale…).

Sul piano internazionale, VIO.ME partecipa al coordinamento delle fabbriche recuperate, che tiene periodicamente incontri sulla “Economia dei lavoratori”. L’ultimo si è tenuto a Buenos Aires (28 agosto – 2 settembre 2017) e VIO.ME ha proposto due importanti iniziative all’insegna del mutualismo e della solidarietà internazionale:
1.la costituzione di un Fondo di Solidarietà Internazionale, finanziato dalle stesse aziende recuperate, per sostenere le attività dei lavoratori auto-organizzati;
2.la costituzione di una Rete logistica della solidarietà internazionale per il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti delle diverse realtà autogestite, in modo che in ognuna di esse sia possibile trovare i prodotti di tutte le altre.
Si tratta di strutture considerate indispensabili per garantire un supporto materiale alla battaglia che viene svolta quotidianamente dalle aziende autogestite; una battaglia inquadrata in una più ampia prospettiva, come hanno affermato gli stessi lavoratori della VIO.ME all’incontro di Buenos Aires: “Crediamo fermamente che il nostro obiettivo sia radicale: impossessarsi dei mezzi di produzione. Farli funzionare sotto l’autogestione dei lavoratori stessi. Produrre, distribuire e condividere prodotti e servizi – non merci – per i bisogni della comunità, non per le necessità del profitto capitalista e della borghesia. Un passo avanti verso un’ampia autogestione della società. Ciò può essere ottenuto solo se il mirino delle nostre armi sia puntato sul sistema capitalista nel suo complesso. Quindi combattiamo una battaglia anticapitalista. Ecco perché concepiamo la presa di possesso delle fabbriche e delle aziende non come una pratica parallela al mercato capitalista, ma come un passo verso un più ampio movimento contro il mercato capitalista. Perché se non distruggiamo le cosiddette “leggi di mercato” adesso, presto o tardi le stesse “leggi” distruggeranno noi.

Massimiliano Barbone
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